"Cosa c'è dietro quelle domande?"


RIMINI (a.g.) - "Non c'è dubbio che dietro alla legge Bossi-Fini si nascondono possibilità di abusi che avevamo intuito ma che ora è evidente attraversano diversi settori. Avevamo rilevato il fenomeno nell'edilizia, ora il caso delle badanti che lavorano nei night apre una nuova situazione intorno alla quale dovremo trovare il tempo di fare delle analisi". Per il segretario generale della Cgil Meris Soldati quanto emerso nei giorni scorsi dopo i controlli della Questura è un fenomeno che non fa che confermare un dato: la nuova legge, piuttosto che aiutare davvero chi è in Italia con un lavoro regolare, in questo caso le badanti, ha introdotto difficoltà per i nuovi arrivati, mentre al contempo sembra essersi presentata come possibilità per mettere in regola tutt'altre situazioni. Una legge "porta scompiglio" la definisce a questo punto senza mezzi termini il rappresentante degli immigrati della Provincia, Alban Kraja. "Dalla provincia di Rimini - segnala Kraja - sono state presentate oltre 4800 domande per la regolarizzazione. Di queste la maggioranza sono per badanti e colf, diversamente da quanto succede a livello nazionale. Non vorrei che in realtà dietro questo dato ci sia il fatto che molte di queste domande non sono di vere badanti". "Senza dimenticare - prosegue Kraja - che invece per tante vere badanti non è stato possibile fare domanda di regolarizzazione perché non hanno trovato datori di lavoro disponibili, o perché magari chiedevano di pagare i contributi a loro stesse". "C'è tanta gente che ha cercato di approfittare della legge Bossi-Fini - segnala invece Stefano Gregnanin della Cisl - ma questo anche perché esistono innumerevoli situazioni di irregolarità".