"Niente voto per i quartieri"

BOLOGNA - No al diritto di voto agli immigrati per le elezioni dei Consigli di Quartiere: lo dice il consigliere regionale della Lega nord, Maurizio Parma, sottolineando in una interrogazione che in questo modo si concederebbe "un diritto costituzionale a chi non ne ha i requisiti previsti dall'attuale Carta costituzionale". Parma sottolinea che per il voto, sia nella Costituzione che nella legislazione vigente è sempre richiesto il requisito della cittadinanza. Ma rileva anche che la legge italiana (Testo unico 267/2000) "concede piena autonomia agli Enti locali circa le forme di elezione" e la rappresentanza nei propri organi di decentramento: così "sia il Comune di Forlì nel 2001 che il Comune di Cesena nel 2002 hanno approvato una modifica allo Statuto comunale" per concedere quel voto agli stranieri residenti, e "il presidente del 'Consiglio provinciale degli immigrati' di Rimini, Alban Kraja, tra gli obiettivi fondamentali del proprio mandato ha la richiesta di diritto di elettorato attivo e passivo ai Consigli di Quartiere nel 2006". Il consigliere leghista sottolinea però che la convenzione di Strasburgo del 1992 non impone ai Paesi Ue il voto agli stranieri e che non risulta un analogo atteggiamento "in altre Nazioni nei confronti dei cittadini italiani emigrati". Chiede perciò alla Giunta regionale di fare "chiarezza in merito verificando la costituzionalità di tali iniziative", considerando che "la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato sempre l'attività normativa volta all'integrazione fin dove legittimamente concesso".